Ultimo giorno di allenamento.
Sembra ieri ma sono passati già 11 giorni.
Sveglia presto.
Colazione sotto gli sguardi incuriositi di grandi e piccoli cinesi.
L’attesa alla fermata del bus, pronti con 2 yuan per il biglietto.
Il tratto a piedi fino alla palestra.
Lo scambio di sorrisi e di saluti con gli uomini della sicurezza all’ingresso,
ormai abituati a vederci entrare e uscire con i nostri zaini, quattro volte al giorno.
Ripensiamo con simpatia alla prima volta, quando ci hanno bloccato e un profluvio di suoni per noi incomprensibili ci ha investito… ”e adesso chi glielo spiega che siamo autorizzati?”
Allora abbiamo accennato due movimenti di taiji. Hanno capito e ci hanno fatto passare ripetendo “hao, hao”.
La pratica quotidiana.
L’acquisita familiarità alla vita di training, con i suoi ritmi, le sue abitudini, i suoi rumori.
La possibilità di osservare l’eccellenza in ogni singolo istante…
Abbiamo imparato tanto.
Il Taiji ci ha portato fin qui.
L’inizio di una ricerca che non potrà esaurirsi.